Cambio di destinazione d'uso Roma: costo scia
Cila - Scia - Dia per variazione della destinazione d'uso
Che cos’è il cambio di destinazione d’uso?
Il cambio di destinazione d’uso a Roma consiste nella variazione dell’utilizzo di un determinato immobile residenziale, commerciale, direzionale, artigianale, turistico e Industriale in un altra destinazione, che regolarmente autorizzato con un precedente titolo abilitativo rispetto le categorie generali individuate dalla L.R. 35/77 e ss.mm.ii, previo l'intervento sia sempre subordinato delle previsioni urbanistiche vigente PRG e nell'osservanza dei reqiusiti igienico sanitari.
Categorie generali di destinazioni d’uso a Roma.
a) Residenziale
b) Commerciale, Direzionale e Turistico Ricettivo
c) Turistico ricettivo complementare
d) Artigianale e Industriale
Tipologie di Cambio di destinazione d’uso, individuazione delle sotto-categorie:
a) Cambio di destinazione d’uso 1 (CdU1): Il cambio di destinazione d'uso di immobili già adibiti ad esercizio d’impresa o ad altro esercizio d’impresa che non è interessato alla realizzazione di opere edilizie riconducibili a interventi di ristrutturazione edilizia, purchè conformi alle previsioni urbanistiche vigenti ed alle norme igienico-sanitarie, sono soggetti alla semplice preventiva comunicazione al Comune, con eventuale pagamento a conguaglio degli oneri, quando la nuova destinazione comporta una quota maggiore di oneri, desunta dalle tabelle comunali. Tale caso è da ascriversi tra gli interventi rientranti nell’Attività di edilizia libera”.
Viene considerato mutamento d'uso significativo di un immobile la modifica da un uso principale ad altro uso principale, in particolare la modifica d'uso comportante una variazione o un aumento del fabbisogno di aree per servizi e attrezzature pubbliche “Carico Urbanistico”
b) Cambio di destinazione d’uso 2 (CdU2): Il cambio di destinazione d’uso all’interno della stessa categoria generale, se non è connesso ad interventi di ristrutturazione edilizia pesante tale categoria secondo la disciplina del Testo Unico dell’ Edilizia D.p.r. 380/2011 (Testo Unico dell’Edilizia art. 3, comma 1, lettera
c) è riconducibile in opere di ristrutturazione edilizia come “Interventi volti a trasformare gli organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possano portare ad un organismo edilizio in tutto o in parte diverso dal precedente. Tali interventi comprendono il ripristino o la sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l'eliminazione, la modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti …».
d) Cambio di destinazione d’uso 3 (CdU3): cambio destinazione d’uso tra categorie generali differenti e cambi di destinazioni d’uso tra uguali sotto categorie ma connessi a interventi di ristrutturazione edilizia pesanti.
Il prestanomismo è una forma di abusivismo - Per una vostra tutela pretendete di sapere dal Tecnico Nome, Cognome e Numero di iscrizione all' albo, verificate ai relativi albi di appartenenza la corrispondenza dei dati.
L'abusivo esercizio di una professione è disciplinato dall'art. 348 del codice penale italiano.
Quanto costa cambiare la destinazione d'uso con la SCIA a Roma?
Una pratica per cambio di destinazione d'uso nel comune di Roma viene elaborata mediamente ad un costo di € 800,00 inclusa la variazione catastale. Ci teniamo come sempre a ricordare, che ogni pratica fa storia a sè quindi il prezzo della scia per cambio d'uso può variare.
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Pratiche edilizie e titoli abilitativi necessari per il mutamento delle destinazioni d’uso a Roma:
a) I mutamenti di destinazioni d’uso ascrivibili nella sotto-categoria CdU1 sono subordinati da Cila (Comunicazione Inizio lavori asseverata) - Trattandosi di opere riconducibili ad attività di edilizia libera non è previsto il versamento del contributo di costruzione. In ragione di un possibile aumentato del carico urbanistico è previsto la procedura per la monetizzazione degli standard non reperiti;>
b) I mutamenti di destinazioni d’uso ascrivibili nella sotto-categoria CdU2 sono subordinati a Scia (Segnalazione Certificata di inizio Attività) - Se è previsto la monetizzazione degli standard non reperiti;
c) I mutamenti di destinazioni d’uso ascrivibili nella sotto-categoria CdU3 sono subordinati al Permesso di Costruire o in alternativa alla Dia (Denuncia di inizio attività) - Previsto il Contributo di Costruzione e se è previsto la monetizzazione degli standard non reperiti.
Il decreto legge Sblocca Italia - n. 133 del 12 settembre 2014
Introduce, tra le semplificazioni edilizie, delle novità anche per il mutamento d'uso urbanisticamente rilevante. Viene infatti introdotto, al DPR 380/2001 – Testo Unico per l'edilizia – il nuovo articolo 23-ter che prevede solamente quattro categorie di destinazione urbanistica: 1) residenziale e turistico-ricettiva, 2) produttiva e direzionale, 3) commerciale e 4) rurale.
La nuova norma dispone che, salva diversa previsione da parte delle leggi regionali, costituisce mutamento rilevante della destinazione d'uso ogni forma di utilizzo dell'immobile o della singola unità immobiliare diversa da quella originaria, ancorché non accompagnata dall'esecuzione di opere edilizie, purché tale da comportare l'assegnazione dell'immobile o dell'unità immobiliare ad una diversa categoria funzionale tra le seguenti:
a) residenziale e turistico-ricettiva;
b) produttiva e direzionale;
c) commerciale;
d) rurale;
La destinazione d'uso di un fabbricato o di una unità immobiliare è quella prevalente in termini di superficie utile. SEMPRE AMMESSO IL CAMBIO D'USO ALL'INTERNO DELLA STESSA CATEGORIA FUNZIONALE. Il nuovo articolo 23-ter stabilisce inoltre che è sempre consentito il mutamento della destinazione d'uso all'interno della stessa categoria funzionale, salva diversa previsione da parte delle leggi regionali e degli strumenti urbanistici comunali. Diventa quindi facile, per esempio, la trasformazione di un albergo in una residenza. La variazione dei carichi urbanistici rappresenta il punto centrale della tematica, ovvero l’inevitabile necessità di adeguamento delle esigenze urbanistiche di una zona che generalmente consegue ad un cambio di destinazione d’uso.
Fino a poco fa era unicamente il D.P.R. 380/2001 “T.U. Edilizia” che in due articoli indicava la disciplina applicabile ai cambi di destinazione d’uso. Il primo articolo di fondamentale importanza del testo unico è senza dubbio l’art. 10, comma 2, con il quale viene attribuita alle Regioni la facoltà di stabilire quali cambiamenti della destinazione d’uso sono mutamenti subordinati a permesso di costruire o a denuncia di inizio di attività (ora SCIA).
Il successivo articolo 32, invece, prevede che le stesse regioni stabiliscano quali sono le condizioni che determinano le variazioni essenziali al progetto approvato con un permesso di costruire, comprendendo fra questi anche i mutamenti della destinazione d’uso che implichino una variazione degli standard previsti dal decreto ministeriale 2 aprile 1968.
Le semplificazioni recenti introdotte con il decreto Sblocca Italia
Con le semplificazioni recenti introdotte dal Decreto Sblocca Italia si è verificato un parziale cambio della disciplina applicabile al cambio di destinazione d’uso. Più precisamente, il riferimento è al nuovo art.23-ter del Testo Unico dell’Edilizia (d.P.R. 380/2001).
Leggendo il nuovo articolo risulta chiaro come costituisca cambio rilevante della destinazione d’uso “ogni forma di utilizzo dell’immobile o della singola unità immobiliare diversa da quella originaria, ancorché non accompagnata dall’esecuzione di opere edilizie, purché tale da comportare l’assegnazione dell’immobile o dell’unità immobiliare considerati ad una diversa categoria funzionale” inserita in un catalogo ben definito.
TABELLA DELLE CATEGORIE CATASTALI
IMMOBILI A DESTINAZIONE ORDINARIA GRUPPO A
A/1 Abitazioni di tipo signorile A/2 Abitazioni di tipo civile A/3 Abitazioni di tipo economico A/4 Abitazioni di tipo popolare A/5 Abitazioni di tipo ultrapopolare A/6 Abitazioni di tipo rurale A/7 Abitazioni in villini A/8 Abitazioni in ville A/9 Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici A/10 Uffici e studi privati A/11 Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi
GRUPPO B
B/1 Collegi e convitti, educandati; ricoveri; orfanotrofi; ospizi; conventi; seminari; caserme B/2 Case di cura ed ospedali (senza fine di lucro) B/3 Prigioni e riformatori B/4 Uffici pubblici B/5 Scuole e laboratori scientifici B/6 Biblioteche, pinacoteche, musei, gallerie, accademie che non hanno sede in edifici della categoria A/9 B/7 Cappelle ed oratori non destinati all’esercizio pubblico del culto B/8 Magazzini sotterranei per depositi di derrate
GRUPPO C
C/1 Negozi e botteghe C/2 Magazzini e locali di deposito C/3 Laboratori per arti e mestieri C/4 Fabbricati e locali per esercizi sportivi (senza fine di lucro) C/5 Stabilimenti balneari e di acque curative (senza fine di lucro) C/6 Stalle, scuderie, rimesse, autorimesse (senza fine di lucro) C/7 Tettoie chiuse od aperte
IMMOBILI A DESTINAZIONE SPECIALE GRUPPO D
D/1 Opifici D/2 Alberghi e pensioni (con fine di lucro) D/3 Teatri, cinematografi, sale per concerti e spettacoli e simili (con fine di lucro) D/4 Case di cura ed ospedali (con fine di lucro) D/5 Istituto di credito, cambio e assicurazione (con fine di lucro) D/6 Fabbricati e locali per esercizi sportivi (con fine di lucro) D/7 Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni. D/8 Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni. D/9 Edifici galleggianti o sospesi assicurati a punti fissi del suolo, ponti privati soggetti a pedaggio. D/10 Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole
IMMOBILI A DESTINAZIONE PARTICOLARE GRUPPO E
E/1 Stazioni per servizi di trasporto, terrestri, marittimi ed aerei. E/2 Ponti comunali e provinciali soggetti a pedaggio. E/3 Costruzioni e fabbricati per speciali esigenze pubbliche E/4 Recinti chiusi per speciali esigenze pubbliche. E/5 Fabbricati costituenti fortificazioni e loro dipendenze. E/6 Fari, semafori, torri per rendere d’uso pubblico l’orologio comunale E/7 Fabbricati destinati all’esercizio pubblico dei culti. E/8 Fabbricati e costruzioni nei cimiteri, esclusi i colombari, i sepolcri e le tombe di famiglia. E/9 Edifici a destinazione particolare non compresi nelle categorie precedenti del gruppo E. IV – ENTITA’ URBANE GRUPPO F F/1 Area urbana F/2 Unità collabenti F/3 Unità in corso di costruzione F/4 Unità in corso di definizione F/5 Lastrico solare F/6 Fabbricato in attesa di dichiarazione (circolare 1/2009)
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